PROGETTO GEDEONE

Al via il progetto

” La terra cura”.


Promuovere un’agricoltura sostenibile, dimostrare che è fattibile.

Garantire i bisogni dell’uomo senza per questo sconvolgere l’ambiente. Averne rispetto, generare un nuovo rapporto che secondo noi deve farsi simbiosi, uno scambio di doni e cure: amore. Raccogliere solo il necessario, produrre inquinando pochissimo. Ringraziare, godere della forza di Madre Natura non soltanto nell’atto del nutrirci: non riappropriarci ma riavvicinarci a Lei, sentirne il respiro, il profumo, i ronzii, le melodie.

Attraverso la terra ci possiamo alimentare non solo fisicamente ma anche mentalmente. È per          questo che “La terra cura” e anche previene ed è per questo che dobbiamo prenderci anche noi cura di Lei.

E poi non occorre essere Na’vi su Pandora per apprendere il rispetto, l’integrazione, l’accoglienza, il supporto, la condivisione. Basta essere semplicemente uomini, ricordarci di ascoltare maggiormente il cuore badando meno alle apparenze. Perché quando ci sporchiamo assieme di fango e quando sudiamo non ci sono filtri di tiktok ad abbellirci. Siamo belli perché ricchi, entusiasti, operativi. E laddove una mano non riesce, c’è l’altra che aiuta.

Siamo un’associazione di volontariato che opera da tantissimi anni sul territorio, ci occupiamo soprattutto di disagio sociale e salute mentale. Progetto Gedeone 2.0 è il nostro percorso. Grazie alla vincita di un bando europeo questo anno abbiamo finalmente la possibilità di sperimentare la Fattoria Sociale nata in collaborazione con l’azienda agricola lametina Apicoltura Miceli.  “La Terra cura” è il nome del progetto. Tra gli obiettivi, la creazione di dieci laboratori mirati a riavvicinarci alla Natura, a valorizzare le sue risorse, a farci riscoprire le nostre. I primi laboratori saranno dedicati alle piante aromatiche. Sotto la guida di esperti impareremo a conoscerne alcune, a raccoglierle, a essiccarle e a realizzare decotti e tisane. Tantissime sono le fioriture spontanee assai sfruttate, in passato, dai nostri nonni e oggi da molti chef stellati.

I secondi laboratori invece diventeranno una vera e propria scuola di cestini. Il cesto, usatissimo in passato, mantiene ancora oggi un indiscutibile fascino ed utilità, soprattutto perché è fatto di materiali completamente naturali e da mani sapienti. Soprattutto in Calabria gran parte di questo lavoro d’artigianato è a rischio d’estinzione, perché per anni nessuno voleva più imparare ad intrecciare. Eppure qualcuno paragona addirittura i cesti “alle composizioni classiche di Mozart o Chopin…intrecciando si ripercorrono cerchi, spirali, cornici, forme che di per sé hanno una certa armonia e coerenza interna di cui beneficia anche il dilettante che si cimenta in quest'arte”. Ancora una volta è attraverso la Natura, come attraverso la musica, l’arte, che si nutre lo spirito. Durante i laboratori, guidati da un mastro cestaio ci dedicheremo alla cura dei materiali (canne e salici) per la realizzazione del tipico cesto “alla nicastrisi”.

Il progetto si propone di rafforzare l’importanza del volontariato, salvaguardare e valorizzare il territorio, le sue ricchezze materiali e culturali, valorizzare l’uomo: rafforzare i legami sociali, favorire l’incontro, risvegliare la parte produttiva di ognuno di noi, riconnetterci con la Natura per provare a ripartire da questa, gettare le fondamenta per favorire inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate.

I laboratori si terranno presso l’azienda agricola Apicoltura Miceli di via D. Leone 13 di Lamezia Terme a partire dal mese di aprile 2023 ma sarà probabilmente prevista anche qualche gita nel circondario per la raccolta dei materiali. A svolgere attività di supporto saranno tutor e volontari dell’associazione.

Potranno prender parte al massimo 15 partecipanti per le due tipologie di laboratorio (piante aromatiche e cestini)

Sono previsti convegni informativi e attività di promozione.

Stay tuned, quindi! Ricordandovi che un altro mondo è possibile, se lo vogliamo…

Troppa gente oggi soffre. Troppa pensa alla morte, troppa è intrappolata nella virtualità, troppa è in ginocchio per una quotidianità d’affanni.

Non è necessario andare sul pianeta di Avatar per trovare un mondo magico, occorre solo guardarci attorno con un po' più d’attenzione.  Alcune farfalle hanno i colori delle fate, il muschio sugli alberi con la luce adatta diventa di verde intenso, i gatti sono così buffi, magici ed eleganti che sembra di trovarsi in un libro di Carroll. Se lo vogliamo la realtà supera la finzione e diviene favola e se questo crea dipendenza vuol dire che diverremo dipendenti dalla vita: l’unica droga innocua.

Coltivare una pianta, raccogliere dei frutti, creare qualcosa, vuol dire ricordarsi d’esistere come esseri importanti, dotati d’energia che non dovremmo mai spegnere o sprecare. Tutti possiedono questa energia, occorre solo, se dormiente, risvegliarla e saperla incanalare. Non è facile, spesso è un percorso doloroso. Occorre non arrendersi, affidarsi, aggrapparsi alla vita come le radici alla terra: solo così si può fiorire. 

Restando fermi nel nido, sotto un tetto, si rischia di diventare inermi, indifferenti, di non vedere, non sapere, perché non ti sorprende mai la pioggia, il vento non ti sconvolge mai, non provi le gioie e neanche le paure che spesso ti rendono una persona più forte. Anche il sole, se dritto negli occhi infastidisce, può bruciare la pelle. Ma è pur sempre luce, e invita a una reazione. Una famiglia di falchi in volo può ricordarci la straordinarietà della vita, nonostante tutto!

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